giovedì 9 gennaio 2014

Informatica: dalla macchina da scrivere, passando per l'asilo, al personal computer... per approdare sull'astronave Discovery!

Nel breve periodo in cui io, vispa bimba curiosa, frequentai l’asilo, si consumò una piccola tragedia.
Un giorno, una maestra decise di conservare sul ripiano più alto dello scaffale dei giochi - al sicuro da innocenti ma maldestre mani infantili - una macchina da scrivere.
Per chi non lo sapesse, sono nata nell’epoca in cui si cominciava appena a parlare di personal computer; tutt’al più in casa si poteva avere un Commodore 64. Perciò le macchine da scrivere meccaniche la facevano ancora da padrone nel panorama della dattilografia.
Posizionarne una sullo scaffale dei giochi, sarebbe un po’ l’equivalente odierno del riporre il notebook in cima alla libreria della cameretta dei bambini: irraggiungibile. Forse al tempo era perfino una soluzione più intelligente: per quale motivo dei vivaci pargoli poco più che in fasce avrebbero dovuto interessarsi ad una macchina da scrivere?
Ma le povere, ignare maestre non avevano ancora fatto i conti con la sottoscritta. A quattro anni sapevo già leggere e scrivere alcune parole in stampatello e nell’avita dimora dei nonni materni, sotto la supervisione di un adulto, mi era permesso di giocare con la Olivetti portatile di mia madre. Immaginate la mia gioia nel trovare sul ludico scaffale dell’asilo il mio giocattolo preferito! Perciò mi piazzavo lì sotto, con gli occhioni da cagnolino desideroso, e chiedevo incessantemente che qualcuno mi prendesse la macchina da scrivere... ma aggiungevo sempre “per favore”, perché ero una bambina beneducata.
Da allora, la tecnologia ha fatto enormi passi avanti. Siamo passati dalle macchine per scrivere ai primi personal computer, che racchiudevano tutta la magia dell’informatica in una modesta scatola di metallo, invece che in sterminate stanze piene di armadi surriscaldati, che custodivano enormi e pesantissime bobine magnetiche.
Ricordo ancora la battuta di mio padre, quando acquistammo il nostro primo 286 della IBM: “40 megabyte di disco rigido... ma che ci si fa con tutto questo spazio?”
Oggi grazie alla Nokia e al suo telefonino con fotocamera da 41 Megapixel... giusto una fotografia ci si fa! Ma quel magnifico giorno di ventun anni fa sembrava di entrare sull’astronave Discovery di 2001 Odissea nello spazio.
E l’uomo non si è fermato lì. Ha reso i computer più veloci, più piccoli, più leggeri. Ha inventato internet, la telefonia mobile, la rete mobile. Ha reso tutto talmente mobile che ora posso scrivervi da un treno in movimento, grazie al mio smartphone, con una tastiera bluetooth grande quanto il giornaletto della guida tv che i miei genitori acquistano da anni, tutte le settimane.
Se volessi, potrei continuare per pagine e pagine a menzionare le meraviglie della tecnologia moderna. Ma la mia corsa è quasi finita. La Stazione Termini si avvicina, Roma è là fuori e una lezione mi attende.
Però oggi vi dico questo: di strada ne ho fatta tanta... grazie a Trenitalia, alle compagnie autobus e agli aerei!! Ma in fondo, sono ancora quella bambina curiosa e amante delle magie tecniche, che aspetta che qualcuno le porti una macchina da scrivere.
La mia domanda per voi: vi va di giocare insieme? Potrei spiegarvi come tirare fuori il meglio, secondo le vostre esigenze, da un computer, da un mac, dall’ipod di vostro figlio - o il vostro personale -, dallo smartphone o da un tablet. Consigliarvi il miglior acquisto in base a ciò di cui avete davvero bisogno, per informatica, dispositivi elettronici, e-book reader. Potrei dirvi come comprare un libro digitale e renderlo compatibile per ogni dispositivo esistente - eh, eh, non ve la rendono mica facile, sapete? -.
Oppure, se siete dei nostalgici o non particolarmente amanti dell’elettronica, vi insegnerò a cambiare il nastro d’inchiostro della macchina da scrivere, a dattiloscrivere contemporaneamente più copie di un documento, grazie alla carta carbone. Vi spiegherò come riempire d’inchiostro il serbatoio di una penna stilografica ed evitare che il pennino schizzi da ogni parte.
A voi la scelta, io sono qui. E aspetto di giocare!



Oui, c'est moi!
Ventuno anni fa, con il primo, indimenticabile personal computer, 286 IBM...
l'astronave Discovery!



2 commenti:

  1. Meravigliosamente scorrevole il tuo post.. non mi sembra vero che tu l'abbia scritto da un treno in corsa.. tutti dovremmo leggere questo post e fare tesoro delle tue piccole lezioni di informatica... io voglio giocare con te! Andiamo?
    Baci.. Rosa ( o meglio Rosy, come sei abituata a sentirmi nominare!)

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    1. Grazie!
      Quanti complimenti, ora arrossisco :)
      Spero che anche altri la pensino come te, perché io amo condividere quello che so. E la cosa che mi dà più gioia è sapere che, insegnando, faccio del bene... un bene "mentale", ma pur sempre un bene.
      Baci a te!

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