Eccoci
qui, due gennaio duemilaquattordici.
Anno
nuovo, vita nuova. Perlomeno, così si dice in giro. Ma chissà se poi è vero?
L’importante,
comunque sia, è prendere ben bene fiato e gridare a pieni polmoni
buon anno!!!
Sì,
lo so, sono in ritardo di due giorni; quasi tre, considerata l’ora. Chiedo
perdono a tutti gli avventori di questo blog ma tra festeggiamenti e convivi
luculliani, la vena parolifera si era
momentaneamente ingolfata.
Dunque
eccoci qui, a riprendere il filo
multicolore di dieci
discorsi in contemporanea, fra un ipertesto e l’altro, una pinnata – che non è
un colpo di pinne da sub, né da piscina… le stesse che fanno capolino dal mio
borsone, che casualmente ho davanti agli occhi - , un aggiornamento di stato su
Facebook e una foto su Instagram. Quasi bizzarro ricominciare la vita di tutti
i giorni, facendo lo slalom fra buffe immagini, vivaci fotografie e roboanti
paroloni, che campeggiano in bella vista sullo schermo del pc; basta aprire un
social network ed eccoli lì, striscioni che augurano “Buon Anno!” in tutte le
salse e le lingue disponibili.
Ed
è proprio pensando alle feste e agli auguri, che mi è tornato in mente un
episodio che mio padre mi ha raccontato innumerevoli volte. L’immagine di mio
nonno, chino sulla scrivania, la fronte imperlata di sudore, l’espressione
corrucciata per la concentrazione e lo sforzo. Sul ripiano di legno, un
biglietto di buoni auspici e celebrazioni, ancora immacolato. Si narra che il
mio paterno avo fosse in grado di restare così, sullo scrittoio per ore…
per poi produrre un più che anonimo fraseggio: “Vivissimi auguri” .
Ma
come?, chiedo io ogni volta, Tutto qui?!?
Mio
nonno, leggendaria figura familiare, storico indomito – da qualcuno dovevo pure
averlo preso il vizio dell’archeologia – , sopraffino poeta ancor oggi
declamato e ammirato nel mio paese natìo… come poterlo immaginare a spremersi
le meningi per mezza giornata, per scrivere solo… vivissimi auguri?!? Ma come si fa?
Ebbene
sì, cari i miei lettori. Perché, sapete, la scrittura non è mai cosa da poco.
Chi
ha cliccato sul titolo di questo post, forse lo ha fatto per pura curiosità.
Forse per sfida intellettuale. Scrittura creativa?, si sarà chiesto. Cosa me ne
faccio di un corso di scrittura creativa?
Sono
ben felice di rispondervi: tutto! Assolutamente, incredibilmente tutto!
Voi
che leggete, se siete aspiranti scrittori, siete oltremodo benvenuti e sarò
lieta di aiutarvi a trovare la vostra voce, nonché a darvi consigli su come
muovervi nella Giungla Editoriale
Italiana, un habitat pericolosissimo, affollato di piante carnivore e liane
viventi, pronte a legarvi come insaccati. Perché l’arte è una cosa
meravigliosa, ma chi di arte vuole campare, deve farsi anche furbo, credete a
me.
Voialtri,
che scrittori non volete diventare… accomodatevi! Prego, sedete su questa
poltrona rossa qui, è la più comoda di tutte. Volete un tè? Un caffè?
Ascoltate.
La
scrittura è telepatia. La scrittura è magia. Conservare un pensiero per ore,
mesi, giorni, anni. Farlo viaggiare lungo il tempo e lo spazio, trasformarlo,
renderlo noto anche a chi non parla la nostra stessa lingua – un saluto ai
poliglotti colleghi traduttori!
La
scrittura è comunicazione. La scrittura è sognare insieme.
Ma
non crediate che della parola Scrittura
siano degni solo i volumi comprati in libreria o accuratamente custoditi in
biblioteca.
In
un mondo in cui è possibile unire una città notturna con una in pieno sole, un
inverno italiano con un’estate australiana, solo grazie a un clic, a un sms, a
uno scampanio di Whatsapp… Scrittura
è anche vita. Scrittura diventa
unione. Scrittura è abbattere le
barriere, annullare le distanze, cancellare l’incomprensione.
Dopo
decenni di immagini vive, la Scrittura
è tornata ad essere uno degli strumenti di comunicazione preferiti in assoluto.
E
quindi io vi chiedo: perché non affinarlo insieme?
Perché
non scoprire le mille e mille potenzialità di una delle più antiche arti
astratte che l’uomo abbia mai ideato? Che sia per scrivere un pensiero ad un
amico, il romanzo rivoluzionario che ancora tenete nel cassetto, un biglietto
d’auguri, una pièce teatrale che cambierà la storia, una dichiarazione d’amore,
uno stato di Facebook sentito e vissuto o perfino la lista della spesa.
E
se non credete nel valore di testi semplici come la lista della spesa o
l’elenco degli ingredienti di un prodotto alimentare, sarà lui a farvi cambiare
idea!
Cappello
introduttivo. Svolgimento. Opinioni. Conclusione. Eccoci
qui, al termine del mio personalissimo, telematico, informatico, tecnologico,
multisfaccettato biglietto d’auguri per il nuovo anno.
Se
vorrete farmi compagnia in un viaggio attraverso la Scrittura Creativa, sarò qui ad attendervi. Quandunque lo vogliate.
E ovunque.
Ah, quasi dimenticavo:
vivissimi auguri!!!
Ehilà siori e siore, accorrete numerosi!!! "Qui si parrà di vostra nobilitate" - diceva il Sommo - perchè lo spirito intellettuale che addimora nel cor e nella mente di ognun di voi, alto volerà nell'immensità dell'universo e.... vaneggio? No no no, è solo una prova!! Risultato mediocre... credo proprio che m'iscriverò ad uno dei corsi della "magister" Ludovica.
RispondiEliminaAh, dimenticavo: Sentitissimi Auguri!!
xoxoxo Eulalia
Un auto commento a corollario del post: ieri sera ho pinnato una cassetta di arance... ma non nel senso che l'ho messa su Pinterest, bensì quando sono andata a tirare giù lo scatolone dell'albero di Natale, un vecchio paio di pinne da sub di Antonio è precipitato su una cassetta di arance. Ergo, le arance sono state pinnate!
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