sabato 14 dicembre 2013

Egittologia: il mito, la civiltà, mummie e...

Se siete persone serie e non amate le facezie, vi invito in amicizia a saltare il paragrafo scritto in corsivo.
A costo di sembrare banale, io vi dico che amo il mondo proprio perché è vario! E non tutti apprezziamo ogni sfumatura di un argomento.


Lo studioso è chino sul tavolo, intento ad esaminare un papiro antico, alla luce di una singola lampada al led, nella grande sala deserta – ma sì, siamo nel duemilatredici, quasi quattordici… e usiamoli questi led, perdindirindina!
Nulla si muove, tutto tace.
Ma, all’improvviso, fra le polverose casse di legno del laboratorio, si scorge qualcosa. Un movimento, all’inizio appena percettibile.
Poi… orrore! Il coperchio di un voluminoso imballaggio si apre da solo, con un sinistro scricchiolio. Ahimè, lo studioso non sente, concentrato com’è sul suo papiro pieno di geroglifici. E poiché siamo sempre nel duemilatredici, anzi quasi quattordici, egli s’è messo le cuffie in testa e ascolta la sua playlist preferita a tutto volume… sull’iPod!!!
La cassa è aperta: dentro, un sarcofago. Il coperchio ruota e con un tonfo ricade sulla superficie lignea – allo studioso piace l’heavy metal: fra qualche anno diventerà completamente sordo!
Spostiamo di nuovo l’attenzione sul sarcofago: eccola lì! La mummia di Sotuttincriccatis Primo prende vita e si alza. Lentamente, ma inesorabilmente, con incedere claudicante, si avvicina allo studioso. E lui: niente, perso nella sua traduzione!
Un braccio si alza, la vetusta benda pende inerte, come un infausto presagio, da un polso sottile coperto di dura pelle brunita.
Una mano, antica di più di cinquemila anni, tesa in un gesto minaccioso, quasi fosse un artiglio, sfiora il collo dello studioso!
Egli finalmente si volta.
Tanto è lo stupore, che lì per lì quasi non si rende conto di ciò che accade. La figura avvolta in metri e metri di tessuto, che custodiscono amuleti, formule magiche, fantasmi di unguenti e fiori profumati, non sembra reale.
Ma bastano pochi istanti, perché lo studioso realizzi che sì, di fronte a lui, con regale malvagità, si erge Sotuttincriccatis!
E allora: il terrore! Il terrore, che si impadronisce di lui, mentre il suo sguardo si perde in quegli ipnotici occhi di pasta vitrea…
Maestosamente, la mummia solleva l’altro braccio, quasi a voler rubare la vita che essa non ha più, estirpandola dal corpo dello studioso. Cautamente, discosta le bende dalla bocca e, prodigio!, Sotuttincriccatis parla! “Scusa… che l’abbasseresti il volume?? Stavo tanto bene a dormire, nel mio sarcofago! Figlio mio, così ti rovini le orecchie. E cambia musica!!!”


Bene, spero di avervi fatto divertire. Se l’avete trovata una scialberia insulsa, accetto le vostre critiche costruttive – uova, pomodori e insalate solo in cestini da ortofrutta, grazie, non addosso!
Ma il mio scopo non era esclusivamente creare una parodia dei mille e più film dell’orrore, che hanno avuto per antagonista principale una mummia.
Il mio obiettivo era dimostrarvi come, tutti voi, sarete riusciti a figurarvi nella mente un orrendo faraone imbalsamato che si risveglia dopo millenni. Ma come mai?
Per quale ragione oggi, nel duemilatredici anzi quasi quattordici, ognuno di noi è capace di rievocare una figura così antica?
Difficile dare una risposta esatta. Ma una cosa la so: l’Antico Egitto è un universo così vasto, così affascinante, misterioso, luminoso e oscuro a un tempo, da aver lasciato un marchio immortale nel genere umano.
Per secoli è stato muto ma, a differenza di altre meravigliose civiltà di cui purtroppo oggi conserviamo pochissime testimonianze, l’Egitto ha saputo aspettare. Ha saputo preservare i suoi templi di pietra calcarea, le sue necropoli, i suoi papiri e le sue storie, affinché qualcuno desse loro nuova voce: Jean François Champollion e la sua Stele di Rosetta.
Adesso vi domando: avete voglia di tornare laggiù? Aprire imponenti porte di pietra; esplorare centinaia di gallerie sotterranee; navigare lungo il placido fiume Nilo; andare ad indagare l’origine del mito, alla riscoperta di una delle più grandiose civiltà che l’uomo abbia mai conosciuto.
E se a portarvi fin laggiù fosse una spiritosa, un po’ irriverente, ma molto appassionata guida quattordicenne? Be’, oggi la guida ha qualche anno in più, ma la prima volta che toccò con mano gli incredibili monumenti egizi, spiegando questo e quello agli attoniti turisti aveva sì quattordici anni!

Miei cari studenti, studiosi, turisti, Indiana Jones nostrani… vi imbarchereste in questa magnifica avventura insieme a me?




L'irriverente guida di quattordici anni (oggi qualche anno in più), per servirvi!

2 commenti:

  1. Valigie preparate, spolverate mappe antiche, messo cappellino parasole, spalmate le labbra di unguento protettivo, ACCESA la FANTASIA!!! Sono pronta all'avventura, spero si aggreghino in molti.
    xxooxxoo EuMom Jones, rotta prima stella destra e poi dritti fino al mattino

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    1. Grazie EuMom!
      La porta dello studio è aperta... Sotuttincriccatis Primo e lo studioso - cioè io... ma senza heavy metal! - vi aspettano!

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